600 gr di carne macinata (suino o bovino) 250 gr formaggio grattuggiato (pecorino e parmigiano) 3 uova Prezzemolo tritato Mezzo bicchiere di farina 200 gr Pane raffermo 1 pizzico di sale Ingredienti per il ripieno: 3 uova (precedentemente bolliti e tagliati a fette) 150 gr di provola 200 gr di affettati a scelta Ingredienti per la cottura: 1 cipolla pelata e tritata 1 carota pelatae tritata Olio extravergine di oliva 250 gr passato di pomodoro
Preparazione:
Per prima cosa bisogna
mettere il pane raffermo a mollo nell’acqua per farlo ammorbidire. Mettete in un recipiente
la carne macinata, le uova, il pane raffermo , il prezzemolo, la farina, il
formaggio grattuggiato e impastare il tutto. Formare con l’impasto la
forma desiderata (io ho fatto dei piccoli polpettoni ma si può anche fare un
unico pezzo più grande). Inserire al centro gli ingredienti per il ripieno ,
chiudere bene. In un tegame far
soffriggere con olio extravergine di oliva carota e cipolla, adagiare il polpettone e far andare a fuoco alto per
qualche minuto. Aggiungere il vino e lasciare evaporare. Dopo qualche minuto
aggiungerepassato di pomodoro. Far
cuocere a fuoco lento per circa 40/50 minuti, rigirandolo ogni 5/10 minuti.
Curiosità (origine Wikipedia)
La parola polpettone è l'accrescitivo
di polpetta e, in effetti, è la sua variante tutta d'un pezzo. Al di là degli ingredienti, che sono grossomodo gli stessi -
macinati, tagliuzzati o spezzettati - ciò che cambia è la forma finale della
pietanza portata a tavola. Se, come detto, le polpette sono molte e piccole, il
polpettone è costituito da un unico grande pezzo, dalla forma più o meno
cilindrica, il quale viene servito ai commensali affettandolo al momento. Per
la sua la cottura si privilegia la lessatura, l'umido o il forno.
Meno usata, anche a causa delle dimensioni, la frittura. In alcune ricette, il
polpettone può essere farcito, ad esempio, di verdure (specialmente spinaci) e formaggio.
In alcune regioni d'Italia, il termine
"polpettone" viene usato anche per indicare un tipo di torta di
verdure ricoperta non dalla pasta sfoglia ma dal pan grattato, come - ad
esempio - il Polpettone di fagiolini,
tipico della Liguria.
Storia
Basilica Patriarcale
di Aquileia, del cui Camerlengo, nel secolo XV,
Maestro Martino da Como fu cuoco personale. Fino al Trecento, nei ricettari non v'è traccia
della parola "polpetta". La prima apparizione avviene nel secolo XV, grazie al Libro de Arte Coquinaria di Maestro Martino,
cuoco dell'allora CamerlengoPatriarca
di Aquileia. Nel Capitolo I di questo libro - scritto in lingua volgare - l'autore delinea, a suo
giudizio, i modi migliori per cucinare vari tagli di carne di differenti
animali. Tra l'altro, scrive: «[...] carne de vitello, zioè il pecto davanti è
bono allesso, et la lonza arrosto, et le cosse in polpette. [...] De la carne
del cervo la parte denanzi è bona in brodo lardieri, le lonze se potono far
arrosto, et le cosse son bone in pastello secco o in polpette». Nel descrivere poi la preparazione di quella che lui definisce polpetta, Maestro Martino pare però
alludere ad una pietanza che noi, oggi, chiameremmo involtino
allo spiedo. In ogni caso, nella storia della letteratura culinaria italiana, questa è la prima ricetta in assoluto espressamente dedicata alle polpette: «Per fare polpette di carne
de vitello o de altra bona carne.In prima togli de la carne magra de la cossa
et tagliala in fette longhe et sottili et battile bene sopra un tagliero o
tavola con la costa del coltello, et togli sale et finocchio pesto et ponilo
sopra la ditta fetta di carne. Dapoi togli de petrosimolo, maiorana et de bon
lardo et batti queste cose insieme con un poche de bone spetie, et distendile
bene queste cose in la dicta fetta. Dapoi involtela inseme et polla nel speto
accocere. Ma non la lassare troppo seccar al focho».
Ingredienti: 500 gr. Farina di castagne 2 cucchiai di Cacao amaro 1 cucchiaio di Zucchero Un pizzico di Sale Un bicchierino di Olio di semi Acqua Pinoli
Preparazione: Mettere in un recipiente la farina di castagne il cacao amaro, lo zucchero, un pizzico di sale e mescolare bene. Aggiungere l'olivo di semi e l'acqua creando un composto piuttosto liquido. Per ultimo aggiungere i pinoli e versare il tutto in una teglia. Infornare in forno pre riscaldato per circa 45 minuti a 160 gradi.
Curiosità (Fonte Wikipedia)
Il castagnaccio (localmente conosciuto anche
come baldino o ghirighio o patona) è una torta di farina
di castagne tipica delle zone appenniniche di Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia e Romagna.
Si tratta di un piatto tipicamente autunnale che si
ottiene facendo cuocere nel forno un impasto di farina di castagne,
acqua, olio extravergine d'oliva,
pinoli e uvetta. Varianti locali prevedono l'aggiunta di
altri ingredienti, come rosmarino,
scorze d'arancia, semi di finocchio o frutta secca. Accompagnamento ideale del
castagnaccio sono la ricotta o il miele
di castagno, il vino novello, o i vini
dolci come il vin santo. Vi sono più nomi e ricette per i dolci fatti con
farina di castagne. Ne esistono infatti almeno tre diverse tipologie: una torta
molto sottile (diffusa soprattutto in Lunigiana, dove viene chiamata patona),
una torta più spessa (diffusa in Toscana e in particolare a Lucca,
dove viene chiamata torta di neccio - ma non troppo spessa: a Livorno il
castagnaccio, se fatto alto tre centimetri e denso, è chiamato toppone
ed è considerato di qualità inferiore) e una sorta di polenta dolce (diffusa
anch'essa in Toscana e chiamata pattona). Il castagnaccio più noto
popolarmente, una torta sottile, viene chiamato a Firenze
"migliaccio". Il castagnaccio è un piatto "povero" nel
vero senso della parola, diffusissimo un tempo nelle zone appenniniche dove le
castagne erano alla base dell'alimentazione delle popolazioni contadine. Dopo
un periodo di oblio, iniziato nel secondo dopoguerra e dovuto al crescente
benessere, è stato riscoperto e oggi è protagonista, nel periodo autunnale, di
numerose sagre e feste. Secondo quanto si legge nel "Commentario delle
più notabili et mostruose cose d'Italia e di altri luoghi", di Ortensio
Landi (Venetia, 1553), l'inventore del castagnaccio pare sia stato un lucchese
tale "Pilade da Lucca", che fu "il primo che facesse castagnazzi
e di questo ne riportò loda". Una variante del castagnaccio è costituita dai
cosiddetti necci, piccole frittelle sottili di acqua e farina di
castagne cotte sulla brace negli appositi testi di ferro, e gustate da sole o
riempite di ricotta fresca.
Non sono un amante della polenta e nemmeno molto brava a prepararla. Questa nella foto è stata servita nel corso di una cena a casa di parenti e l'ho trovata squisita, così l'ho fotografata e mi sono fatta spiegare il procedimento. Questa polenta è stata realizzata molto semplicemente utilizzando una confezione di polenta in scatola. Per farla rimanere morbida si è abbondato nell'aggiungere il latte. Una volta raggiunta la consistenza desiderata si sono aggiunti i formaggi (generalmente il più indicato è il gorgonzola ma si può variare). Piatto da servire caldo.
Curiosità (Fonte Wikipedia) La polenta
(conosciuta anche come polenda
o pulenda, in Veneto come poenta, poulento in provenzale) è un antichissimo piatto di origine italiana a base di
farina di cereali.
Il cereale di base più
usato in assoluto è il mais,
importato in Europa
dalle Americhe
nel XV
secolo, che le dà il caratteristico colore giallo, mentre
precedentemente era più scura perché la si faceva soprattutto con farro o segale e, più
tardivamente anche con il grano saraceno, importato dall'Asia. La prima
coltivazione di mais
documentata nel Nord Italia risale a Lovere, in Val
Camonica[3], da parte
di un nobile, Pietro Gajoncelli, che, nel 1658 pare che avesse
importato i primi 4 chicchi di mais dalle Americhe[4]